comportamento anomalo in età infantile che interferendo con la crescita determina una malocclusione dentaria o ad una malformazione scheletrica. Esempio tipico è la suzione del dito o del ciuccio oltre i 3-4 anni.
è il filo che unisce i brackets dell’apparecchio fisso. Va cambiato o attivato periodicamente per raggiungere il risultato ideale.
è un anello di metallo che va cementato sui molari e serve da appoggio per l’apparecchio.
un arco che unisce i due molari superiori passando sotto il palato, li muove nei tre piani dello spazio per raggiungere la corretta posizione.
chiamati dai ragazzi “stelline” o anche attacchi dagli addetti al settore, si incollano sui denti e servono a trasferire le forze dal filo al dente per arrivare ad un’occlusione ideale. È molto importante evitare manovre che possono staccarli come mangiare le unghie o cibi troppo duri, perché un loro distacco provoca un arresto temporaneo del trattamento.
pazienti adulti che hanno discrepanze scheletriche importanti necessitano di un intervento chirurgico. L’ortodontista è indispensabile per coordinare le arcate dentarie con i movimenti scheletrici effettuati dal chirurgo maxillofacciale.
è il rapporto tra le arcate dentarie e i mascellari superiori ed inferiori. Il rapporto corretto e di conseguenza obiettivo di ogni trattamento ortodontico è la classe I di Angle. La classe II prevede spesso una retrusione della mandibola e denti sporgenti, mentre la classe III una mandibola molto sviluppata o un mascellare poco sviluppato e morso inverso (gli incisivi inferiori chiudono al davanti dei superiori).
In alcuni casi particolarmente complessi possono essere prescritti altri esami (TC Cone Beam o risonanza magnetica).
è la fase che segue il trattamento ortodontico ed è importante per mantenere il risultato raggiunto. Può essere effettuata con apparecchi mobili o con fili (retainer) incollati sulla superficie posteriore dei denti.
o PS3. Apparecchio ortopedico-funzionale sviluppato dal prof.Roberto Martina che consente il trattamento delle malocclusioni di classe III dentoscheletriche in fase precoce.
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nei casi in cui è presente una classe II o III dentaria sono il motore dell’apparecchio ed il modo per raggiungere un corretto rapporto di classe. Vanno indossati dal paziente 24 ore al giorno!
apparecchio che si poggia sui molari superiori e che con una vite al centro serve a espandere trasversalmente l’arcata in caso di palato stretto.
molle di metallo che vengono posizionate nel caso in cui il paziente non collabori con gli elastici o in alcune condizioni cliniche particolari.
molle di metallo che vengono posizionate nel caso in cui il paziente non collabori con gli elastici o in alcune condizioni cliniche particolari.
apparecchiatura mobile che si utilizza nelle classi II con mandibola retrusa o piccola. Composto di due placche, serve a stimolare la crescita della mandibola. È efficace solo se il paziente è vicino al picco di crescita prepuberale.
indica l’altezza del volto. Pazienti con volto allungato vengono definiti dolicofacciali, con volto accorciato brachifacciali, nella norma mesofacciali.
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